"Il ghiaccio azzurro ricopriva il continente di una lucentezza ruvida, venti impetuosi sbarbavano schegge dal terreno gelato. Niente di vivo sopra la superficie, eccetto sudice chiazze di licheni gialli, molto più vecchi di qualunque umano di stanza alla base McMurdo.
All'incirca tre chilometri sotto il monte Erebus, oltre ghiacciaio, permafrost e granito, il soldato semplice Peter Wombley si deterse il sudore dagli occhi. Sognava il frigorifero nel suo alloggio e la cassa di Coors che vi aveva stipato. «Questo posto è da pazzi. Un freddo cane di sopra e più caldo della passera di una puttana qua sotto.»
«Se la pianti di pensarci, non è poi così male», replicò..."
James Rollins, La città di ghiaccio (2015, Edizioni Nord - avventura)